martedì 27 gennaio 2009

vv.1-400

Parafrasi: vv.1-10

Musa, quell’uomo dotato di un grande ingegno, dimmi, che per molto tempo navigò invano, dopo aver ha raso al suolo la città di Troia. Durante il suo viaggio vide molte città e conobbe l’indole di molti popoli, in mare patì nel suo cuore molti affanni avendo cara la sua vita e desiderando riportare a casa i suoi compagni: ma invano li ricondusse perché a causa delle loro colpe tutti morirono.




Riassunto: vv.11-400


Sull’Olimpo gli Dei decidono di far tornare Ulisse nella sua terra materna. Allora Minerva scese sull’isola di Calipso e gli impose di lasciar partire Ulisse. Allora l’eroe acheo ricominciò il suo viaggio per Itaca. Intanto i Proci banchettavano e un cantore raccontava vallate. Minerva infonde a Telemaco la speranza del ritorno del padre e gli suggerisce di andare prima a Pilo e poi a Sparta per avere notizie di Ulisse. Gli dice anche che se entro un anno non avrà sue notizie dovrà ritornare a Itaca e vendicarsi con i Proci. Dopo queste parole Minerva scomparve.

Parafrasi: vv.160-170

Telemaco, simile a un dio nella bellezza, sedeva tra i Proci e pensava dentro il suo cuore al padre che non aveva mai conosciuto che, secondo lui, sarebbe comparso da qualche parte per sconfiggere i Proci e liberare il suo regno. Tra questi pensieri scorse Pallade, soffrendo nel suo cuore al pensiero che lo straniero così per lungo tempo ed a cielo aperto rimanesse, e così uscì fuori e Pallade gli prese la mano.

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